martedì 4 aprile 2023

I suggestivi Colli Euganei - (1-2 aprile)

Canali, paludi, boschi, colline e campi coltivati, castelli, borghi medievali, vigneti e prodotti tipici tutto questo rappresenta il Parco Regionale dei Colli Euganei, zona protetta che include le colline più alte della Pianura Padana, di origine vulcanica e comprese nella provincia di Padova. La sua genesi vulcanica e il paesaggio suggestivo dell'insieme delle colline sono visibili da numerosi punti panoramici: dal Pianoro del Mottolone ad Arquà Petrarca, dalla Busa dei briganti sul Monte Cinto, dal Salto della Volpe sul Monte della Madonna e dal Sasso delle Eriche sul Monte Grande, per citarne alcuni. La flora di queste dolci montagnole è caratterizzata da una sorprendente varietà di specie dovuta alla varietà dei suoli, alle vicende climatiche glaciali e post-glaciali e alla forma conica dei rilievi che permettono, a brevissima distanza, la formazione di contrapposte situazioni microtermiche. Nei versanti esposti a nord si attraversano boschi di castagni che proteggono faggi, mirtilli, lamponi, fragole, more, maggiociondoli, il giglio martagone. Nei versanti esposti a sud sono diffuse le orchidee spontanee. Dove affiora la scura roccia vulcanica e il clima è più arido abbondano i lecci e l'erica arborea. E se si segue l'itinerario della Strada del Vino si possono trovare una infinità di cantine dove il vitigno Merlot è senza dubbio il più amato e diffuso.

SABATO 1 APRILE
Oggi ci troviamo a Monselice per il Percorso delle Sette Chiese suggestivo e facile cammino votivo, costellato da sei cappelline che si susseguono lungo la "via sacra" che sale fino al piazzale di Villa Duodo, dove si erge l'ultima Chiesa intitolata a San Giorgio, la maggiore delle sette. La passeggiata parte dal murales che lo street artist Tony Gallo. Da questo punto è impossibile distogliere gli occhi dall'imponente Mastio Federiciano, complesso fortificato edificato nel 1239 da Federico II per difendersi dal marchese guelfo Azzo VII d’Este e che giocò in seguito un ruolo fondamentale in una delle pagine più leggendarie della storia veneta quando nel 1509 la funzione difensiva del colle si rese necessaria per respingere l’attacco della Lega di Cambrai contro la Serenissima. Giunti in piazza Mazzini si prosegue lungo la Torre Civica e l'Antiquarium Longobardo, una piccola necropoli longobarda databile nella prima metà del VII secolo. Salendo verso destra, si è avvolti da uno splendido selciato medievale che ci porta alla suggestiva entrata del Castello Cini dove è d'obbligo una visita. A partire dal 1405 il complesso monselicense viene acquistato dalla famiglia veneziana dei Marcello che intraprende la costruzione di Cà Marcello, palazzo di collegamento fra le preesistenti
strutture procedendo poi all'ampliamento delle sale intermedie della Torre Ezzeliniana per ricavarne una dimora estiva, utilizzata ininterrottamente fino agli inizi dell'Ottocento. I nobili veneziani ingentiliscono il complesso costruendo, sulla spianata antistante la Torre, la Biblioteca (XVI secolo) e ristrutturando il Cortile Veneziano (XVII secolo) con l'aggiunta nel corso del Settecento della cappella privata di famiglia. La caduta della Repubblica di Venezia, alla fine del diciottesimo secolo, segna un lento ma progressivo declino dell'antico maniero. Il colpo di grazia viene inferto dal Regio Esercito Italiano che durante la Prima Guerra Mondiale usa il Castello per scopi militari, abbandonandolo nel 1919 interamente saccheggiato di tutti i suoi tesori. Nel 1935 la proprietà passa per via ereditaria al Conte Vittorio Cini, che intraprende un'accurata ricerca d'oggetti d'arredamento e di armi ricreando l'antica atmosfera medievale. Le sale interne sono caratterizzate dalla presenza di monumentali camini "a torre", unici in Italia per forma e funzionalità, fatti costruire dalla signoria padovana dei Da Carrara nel corso del Trecento. Uscite dal castello si prosegue lungo le mura di Villa Nani Mocenigo, con i suoi simpatici nani, allusione al nome della famiglia patrizia veneziana che la edificò, mura ricoperte dalla verde pianta di cappero, uno dei prodotti tipici di Monselice. La salita ci porta alla Pieve di Santa Giustina, chiesa in stile romanico, dove è possibile ammirare opere d'arte tra cui il Polittico di Santa Giustina e la tavola con la Madonna dell'Umiltà attribuita ad Antonio da Verona (l'originale è custodita nel tesoro del Duomo). Superata la chiesa si arriva nella Rotonda Panoramica da cui si gode di una bellissima visuale sulle valli circostanti, e quindi alla Porta dei Leoni da cui si accede alla Salita del Santuario delle Sette Chiese, un percorso sacro eretto per volontà di Pietro Duodo, a capo dell'allora potente famiglia veneziana, composto da sei cappelle ed il Santuario di San Giorgio che rappresentano le Sette Chiese di Roma. Per privilegio concesso con bolla papale nel 1605, a chi compie questo cammino, viene concessa ancora oggi l'indulgenza plenaria. Il percorso termina con la meravigliosa Villa Duodo, eretta su progetto di Vincenzo Scamozzi, che si apre sulla monumentale scalinata in pietra costruita ad anfiteatro e il Santuario di San Giorgio. Da qui si torna alla centrale piazza Mazzini dove ci aspetta un buon aperitivo.

DOMENICA 2 APRILE
I tranquilli sentieri del Monte Fasolo e del Monte Rusta regalano splendide vedute sui Colli Euganei e sulla pianura veneta. Punto di partenza è il capitello di Sant'Antonio alla sommità della strada proveniente dall'abitato di Faedo (via Giarin) che conduce più avanti alla Fattoria Enoteca Fasolo. Si lasciano gli automezzi nel piccolo parcheggio adiacente al capitello e si imbocca il sentiero 12. Il sentiero, oltrepassata la fattoria, si immerge nel bosco e si cammina in pianeggiante fino ad incontrare il Grande Faggio. Da qui si prosegue sempre dritto raggiungendo il bivio con il sentiero 3 verso il monte Rusta. Dopo aver imboccato il bivio a sinistra, si affronta un sentiero caratterizzato da una forte solcatura e da una pendenza del 15-20%. Percorrendo i quattrocento metri del sentiero con uno strappo breve ma deciso si giungerà in vetta (mt 396). Nella boscosa cima del Monte Rusta non è possibile godere di un ampio panorama a causa della folta vegetazione tuttavia si possono trovare alcune macerie del castello medievale e sempre sulla sua sommità un monumento religioso che vige in cattive condizioni, raffigurante un Cristo benedicente, dedicato ai caduti e dispersi della Campagna di Russia del secondo conflitto mondiale e realizzato nel 1973 da Giovanni Zabai. Scendendo sul fronte opposto si completa il periplo del monte passando per bellissimi vigneti, poi si svolta a destra seguendo le indicazioni per Villa Beatrice d'Este. Il sentiero diventa via via più stretto, si raggiunge una sbarra che dà su una stradina bianca e andiamo a raggiungere l'Agriturismo Le Volpi per assaggiare alcuni loro prodotti vinicoli. Ripreso lo sterrato raggiungiamo nuovamente il bivio del sentiero 12 del Monte Fasolo. Nelle vicinanze dell'enoteca, ora brulicante di persone, scorgiamo sulla sinistra il profilo di una chiesetta: l'Oratorio di San Gaetano. In questo luogo suggestivo si immerge la piccola costruzione bianca protetta dai cipressi che ne circondano la corte. L'oratorio venne edificato nel 1669 e dedicato a San Gaetano, santo di origini vicentine nato nel 1480. Da questa altura la splendida prospettiva verso Monselice, Este e Montagnana. Poche centinaia di metri e raggiungiamo il parcheggio.

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