martedì 12 novembre 2019

Il Castello di Sabbionara d'Avio (TN) - domenica 10 novembre

Sullo sperone roccioso del Monte Vignola a dominare la bassa Vallagarina, maestoso si erge il Castello di Sabbionara d'Avio. Le prime fonti storiche, il Castellum Ava, sono datate 1053 e la sua posizione sovrasta le lunghe arterie moderne che non fanno che ripercorrere il medesimo tracciato dell'antica via Claudia Augusta che attraversava la valle dal 15 d.C. Nel dodicesimo secolo i signori del castello appartenevano alla famiglia dei Castelbarcovassalli del vescovo di Trento, i quali nel 1411 lo cedettero ai veneziani che lo ampliarono con una cappella in onore di San Michele. Nel 1509 il maniero passò in mano alle truppe imperiali di Massimiliano I che, dopo aver fatto dipingere le proprie insegne araldiche, lo ipotecò ai Conti d'Arco finché, nel diciassettesimo secolo, il castello ritornò ai Castelbarco fino al 1977 quando Emanuela di Castelbarco Pindemonte Rezzonico lo donò al FAI. Raggiungiamo la torre d'ingresso in una frizzante giornata di sole lungo un sentiero acciottolato che si snoda tra vigneti e slanciati cipressi. Il castello è costituito da tre cinte murarie che circondano a guisa di corona l'insieme del sistema difensivo e può vantare cinque torri tra cui quella detta picadora utilizzata fino al XVIII secolo dove venivano eseguite le condanne capitali ben visibili in lontananza a monito dei sudditi.
Si narra che vi sia stata rinchiusa anche Maria Bertolotti Toldini accusata di stregoneria nel 1716. Il suo perimetro irregolare eppure armonioso segue il dislivello della roccia. Dentro le mura le vie sono delimitate da muri, terrazzamenti, passaggi coperti e torri aperte più funzionali agli scopi difensivi. La strada di accesso costeggia un lungo tratto della cinta muraria dove, a mezza altezza, si scorgono le tracce di un antico primo ordine di merli. Attorno al potente mastio, risalente all'anno Mille, si trovano numerosi edifici tra cui la Sala delle Guardie, decorata con splendidi affreschi realizzati tra il 1350 e il 1360, spettacolare testimonianza delle strategie militari dell'epoca, la Cappella, nella parte più antica del castello il Palazzo Baronale fatto scoperchiare nel 1812 da Carlo Ercole Castelbarco per evitare che venisse tassato, e la Camera dell'Amore all'ultimo piano del mastio. Il mastio, dalle pareti spesse quasi due metri, è di pianta trapezoidale con due lati retti e paralleli che si uniscono ad altri tre lati disuguali e curvilinei, una struttura particolarmente rara in edifici simili. Suddiviso in quattro piani, raggiungibili tramite una scala in legno costruita negli anni '50, alla sua sommità è presente la celebre Camera dell'Amore con affreschi trecenteschi che celebrano l'amor cortese. Da una delle sue finestre il colpo d'occhio sulla vallata è eccezionale. A conclusione dell'interessante visita guidata ci aspettano le castagne e il vin brulè offerte dal FAI.

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