lunedì 6 febbraio 2017

"Storie dell'Impressionismo" a Treviso (domenica 5 febbraio)

Ecco l'Impressionismo, passaggio dal classicismo dell'Accademia al tripudio della luce e del colore di Monet e compagni, tutti presenti nella grande mostra allestita sino al 1° maggio a Treviso, negli spazi del Museo di Santa Caterina. Intitolato solennemente Storie dell'Impressionismo. I grandi protagonisti da Monet a Renoir da Van Gogh a Gauguin, sono ben 140 i capolavori provenienti dalle maggiori collezioni pubbliche e private di mezzo mondo, evento espositivo che celebra i venti anni di Linea d'ombra, la società fondata e diretta da Marco Goldin."Ho lavorato un anno e mezzo - spiega Goldin - per mettere a punto un percorso capace di contestualizzare le diverse anime dell'Impressionismo in relazione anche con la produzione dell'epoca esibita nei Salon". In realtà la mostra prende le mosse dai primi decenni dell'800, dai ritratti di Ingres e Delacroix, che iniziavano a introdurre importanti trasformazioni pittoriche. Accanto i capolavori impressionisti che documentano una rivoluzione già in atto e che avrebbe portato molto lontano, nel cuore delle Avanguardie e dell'Astrazione. Ecco dunque lo strepitoso "Il clown" di Renoir (1868), il "Ritratto di un bambino della famiglia Lange" di Manet (1861), "La Vigilanza" di Puvis de Chavannes (1866) un colpo d'occhio straordinario che spiega nel suo insieme, "il passaggio - dice Goldin - dal ritratto accademico a quello romantico e quindi realistico per approdare alla poetica della vita moderna peculiare dell'Impressionismo". Una vita non più celebrata, bensì ricordata in tanti momenti quotidiani, magari pieni di gioia, come appunto nel caso di Renoir, presente anche con "Mademoiselle Irene Cahen d'Anvers" (1880), splendida icona della mostra e l'ancor più bella "Bambina con l'uccellino" del 1882, proveniente dal Clark Art Institute del Massachusetts. 
Nelle sale che si rincorrono tortuose, tra un Cima da Conegliano e un Guardi, ci si stupisce di poter ancora ammirare opere poco esposte nelle numerose mostre che celebrano questo movimento pittorico. In particolare, Goldin è riuscito a portare a Treviso un nucleo rilevante di dipinti di Edouard Manet, molto raramente concessi in prestito. L'evoluzione del ritratto impressionista prosegue quindi con una magnifica versione di "La Berceuse" di Van Gogh, che guarda due capolavori di Gauguin, "Ritratto di Vaite Goupil" e "Gli antenati di Tehamana", il suo ultimo saluto alla Polinesia personificata nelle sembianze della giovane compagna. Si tratta dell'opera più preziosa della mostra conservato all'Art Institute di Chicago. Il viaggio nelle molte storie dell'Impressionismo prosegue con le figure en plein air, che illustra il tema dominante del movimento francese, diventato quasi una religione per essere poi scardinato dal suo stesso profeta, Monet. Dopo una splendida incursione nella natura morta, ovviamente rappresentata da Cezanne, a farla da padrone è però il paesaggio in tutte le sue declinazioni, affiancato anche dalle opere originali dei maestri giapponesi Hiroshige e Hokusai. La sua celeberrima "Onda" è posta accanto a quella di Courbet, mentre le sue vedute marine fanno da contrappunto alla serie delle scogliere in cui Monet consuma il personale "tradimento" della pittura en plein air in nome di una dimensione di pura introspezione. Lo dimostrano le due versioni delle Ninfee, ormai solo luce e colore, come del resto le foreste di Cezanne denunciano l'ossessione dell'artista per la costruzione della forma.
 "È una pittura che supera completamente la realtà - conclude Goldin - e rappresenta ormai mondi interiori. Con i suoi alberi Cezanne anticipa il cubismo di Picasso, invece Monet, tra covoni, ninfee e salici, sarà il precursore dell'Informale e dell'Impressionismo astratto di Jackson Pollock". E l'allestimento stesso ne cavalca il concetto e le diverse sezioni della mostra, pur seguendo un ordine cronologico, si intersecano fra di loro in modo leggero lasciando l'osservatore libero tra visioni pittoriche e tratteggi storici.

(fonte da La tribuna di Treviso)

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