martedì 23 dicembre 2014

Mirò a Mantova (21 dicembre)

La mostra "Joan Mirò: l'impulso creativo" alle Fruttiere di Palazzo Te, al di là dell'omaggio al grande artista catalano, è diventata l'occasione per una reunion di fine anno delle marmotte. Ritrovo di partenza il ristorante le "Scuderie" di Porto Mantovano dove apprezziamo le specialità gastronomiche locali perdendoci simpaticamente in chiacchiere, proposizioni e risate. Poi tutte insieme verso la mostra di Mirò.
Cinquantatre le opere esposte. Oli, arazzi, disegni, terrecotte, le ricostruzioni degli atelier Sert e Son Boter di Maiorca dove Mirò creò i suoi capolavori, lungo un percorso leggibile attraverso le parole della marmotta Mariella che accompagnava noi umili spettatrici nella comprensione delle diverse chiavi di lettura del movimento artistico e storico dell'artista catalano, arte dimentica delle antiche correnti pittoriche e in continua sperimentazione materica, formale e simbolica (l'occhio, la luna, le stelle...). Certo non appare di facile identificazione il concetto "estetico" di Mirò se non si dispongono di strumenti atti a comprenderlo, ma non si rimane insensibili alla forza del tratto e dell'uso dei colori.
Completato l'iter museale e sfidando il freddo dicembrino, ci si ritrova immerse nell'atmosfera natalizia che palpita il cuore antico di Mantova...

martedì 9 dicembre 2014

Vittorio Corcos a Padova (domenica 7 dicembre)

Nelle belle sale di Palazzo Zabarella, appuntamento con l'universo creativo di Vittorio Corcos fra i maggiori protagonisti della pittura tra Otto e Novecento. Oltre cento i dipinti che ripercorrono cronologicamente le vicende artistiche del pittore livornese, ritrattista eccezionale che ripropose volti e mode della Belle Epoque. Del resto la fama di Corcos era già notevole alla fine dell'Ottocento, rappresentante del cosidetto gruppo degli Italiens de Paris con De Nittis e Boldini. Riportando le parole di Ugo Ojetti, scrittore e critico d'arte "Chi non conosce la pittura di Vittorio Corcos? Attenta, levigata, meticolosa, ottimistica: donne e uomini come desiderano d'essere, non come sono". In effetti è questa sua visione pittorica che colpisce immediatamente: pennellate morbide ed insieme attente nell'esaltazione dei dettagli. C'è coda all'ingresso. Nella prima sala l'unico autoritratto di Corcos, proveniente dagli Uffizi, e della bella moglie Emma che ben lo introdusse negli ambienti letterari e culturali che contavano e, a far da contralto, le grandi personalità a tutto tondo del poeta Giosuè Carducci e il volto dell'eroe antico Giuseppe Garibaldi. E poi in successione itinerante le delicate vedute dell'amata Castiglioncello ma anche gli scorci di Parigi, i suoi capolavori en plein air. Le morbidezze dei toni autunnali del bellissimo "Le istitutrici ai Campi Elisi" (1892) nella terza tappa della mostra, ferma gesti di quotidiana realtà descritti con stupefacente realismo.
Il grande dipinto "Sogni" (1896) l'opera più celebre di Vittorio Corcos che domina centralmente la quarta sala della mostra, è un colpo d'occhio eccezionale per la sua bellezza. La giovane, Elena Vecchi figlia minore di Jack La Bolina importante editore legato al pittore da amicizia e anche da rapporti di lavoro (alcune prime edizioni dei suoi libri furono illustrati da Corcos), il mento appoggiato su una mano e lo sguardo diretto verso lo spettatore, rappresenta l'atteggiamento disinvolto di una donna fin du siecle emancipata e nel contempo consapevole della propria femminilità, riflesso di un periodo storico ricco di evoluzioni ma nello stesso tempo proiettato con una certa inquietudine verso il nuovo secolo portatore di tragici eventi. Anche il ritratto del compositore Pietro Mascagni (1891), reduce dal successo con l'opera Cavalleria Rusticana, accavallato posteriormente alla sedia esce dai canoni estetici della ritrattistica ufficiale. Ogni quadro proietta nuove emozioni visive anche a chi nel gruppo è venuto solo per curiosità. Nella penultima sala quattro splendide tele a figura intera di altrettante dame dell'epoca. Imperiosa quella della celeberrima soprano Lina Cavalieri, "la Venere in terra"
come la definì Gabriele D'Annunzio.
Lo sguardo lontano quasi distaccato, il corpo sinuoso avvolto da un elegante vestito tratteggiato magnificamente, cattura l'attenzione dei presenti. "Una pittura chiara, dolce,liscia,ben finita: la seta, seta, la paglia, paglia, il legno, legno, e le scarpine lucide di copale, lucide come le so fare soltanto io" affermava Vittorio Corcos.
Poi la luce, le trasparenze e i caldi bagliori nell'affettuoso quadro "La Coccolì", protagonista curiosa la nipotina del pittore ritratta sulle sponde marine della Toscana dove l'artista fa ritorno negli anni della maturità, conclude l'esposizione. Che dire? Pura emozione visiva...