Presentazione
Quella dell'alpinismo è una storia al maschile. Vi figurano pochissime donne, e sono quasi sempre personaggi eccezionali. Bisogna essere speciali per primeggiare in un universo maschio e maschilista, in cui l'unione della cordata si confonde con il gioco virile e si autentica nella spavalda complicità dei ragazzi a caccia di avventure, nelle spesse allusioni a sfondo sessuale, in quella goliardia intrisa di coraggio e incoscienza che è riservata a chi porta i pantaloni lunghi continuando a comportarsi come quando li aveva corti.

Nacque in una famiglia di gente industriosa, agiata e non convenzionale, per la quale il commercio aveva la stessa dignità dell'arte e il viaggio serviva tanto per vendere whisky quanto per acquisire emozioni. Crebbe in un Paese in cui le donne coraggiose avevano più speranze che altrove di inventarsi una vita e farsi rispettare dall'altra metà del mondo scrivendo, viaggiando, amando e scandalizzando. Scoprì un'isola di montagna, Courmayeur, dove viveva gente disponibile e si respirava il fascino delle cose "primitive", naturali, di una volta. La wilderness dell'alpe e degli alpigiani. Da buona britannica Miss Cameron cercava il suo lembo di terra esotica e lo trovò in cima alla Valle d'Aosta.
E veniamo al motivo di adozione. Miss Una fu in qualche modo adottata dalla comunità locale, costruendo una casa propria ai piedi del Dente del Gigante e diventando amica - non semplicemente cliente - di due guide del Monte Bianco: Edouard Bareux ed Elisée Croux. Qui sta a mio parere una delle grandezze della sua vita instancabile: l'amicizia di una scozzese colta e disinibita con due montanari della Vallée più profonda, la reciproca capacità di parlarsi, capirsi, mettersi in gioco. Anche oggi non sarebbe affatto comune una relazione di questo genere, e meno che mai lo era prima che il turismo portasse sulle montagne la città sovrapponendo le due culture. Nei suoi gustosi diari di alpinismo e di viaggio la Cameron descrive i due compagni d'avventura come dei pari, sia dal punto di vista tecnico che umano, e non si nota alcun atteggiamento di superiorità nel suo essere nata ricca e da famiglia nobile, oppure di inferiorità nell'essere nata donna e cresciuta in pianura.
E veniamo al motivo di adozione. Miss Una fu in qualche modo adottata dalla comunità locale, costruendo una casa propria ai piedi del Dente del Gigante e diventando amica - non semplicemente cliente - di due guide del Monte Bianco: Edouard Bareux ed Elisée Croux. Qui sta a mio parere una delle grandezze della sua vita instancabile: l'amicizia di una scozzese colta e disinibita con due montanari della Vallée più profonda, la reciproca capacità di parlarsi, capirsi, mettersi in gioco. Anche oggi non sarebbe affatto comune una relazione di questo genere, e meno che mai lo era prima che il turismo portasse sulle montagne la città sovrapponendo le due culture. Nei suoi gustosi diari di alpinismo e di viaggio la Cameron descrive i due compagni d'avventura come dei pari, sia dal punto di vista tecnico che umano, e non si nota alcun atteggiamento di superiorità nel suo essere nata ricca e da famiglia nobile, oppure di inferiorità nell'essere nata donna e cresciuta in pianura.
Evidentemente si creò un'alchimia positiva tra la visione britannica della forestiera e la cultura francofona degli abitanti, al punto che Miss Cameron lasciò la sua magnifica villa alla gente che l'aveva ospitata purchè "parlasse francese". E' stato un atto conforme a una vita generosa e senza calcoli, che oggi ci consente di ricordarla con un edificio vivo e utile alla collettività degli alpinisti, fascinosa sede della Fondazione Montagna Sicura.
Enrico Camanni
(alpinista e scrittore)