mercoledì 13 aprile 2022

Sulle tracce della storia: le trincee di Nago (TN) - domenica 10 aprile

E' un monte fantasma il Corno di Nago. Non esiste né sulla carta né sul terreno, ma sembra indicare la dorsale rocciosa che sale a nord di Nago dove sventola una bandiera tirolese, piantata là e in altri punti significativi della cresta da qualche associazione irredentista austriaca. La dorsale ha un andamento ad esse che si sviluppa dai 200 metri di Nago, ai 450 della Dorsale 3 Croci, sale sino a raggiungere la vetta del monte Creino (mt 1280) per poi scendere ai 1189 metri di Santa Barbara, frazione di Ronzo-Chienis in Val di Gresta. La dorsale domina tutta la piana che da Nago scende verso Torbole e quindi prosegue fino ad Arco, inoltre ha la vista libera sui versanti Nord del Monte Altissimo e questi fattori furono determinanti per far passare la seconda linea fortificata austro-ungarica, con la funzione di controllo su tutta la zona antistante. Tale linea fortificata che scendeva dal Monte Creino, attraversava tutto il crinale del Monte Corno di Nago, scendeva lungo le sue pendici sfiorando i forti di Nago, proseguiva sempre verso ovest alla Batteria di Mezzo del Monte Brione e qui salendo congiungeva il Forte Sant'Alessandro ai forti del Monte Tombio a circa un chilometro da Varone, attraversando la grande piana tra Arco e Riva del Garda.
Arrivate a Nago sulla rotonda in direzione del sottostante lago, si trova a destra un comodo parcheggio. Nelle vicinanze si ammira imponente il Forte austro-ungarico di Nago e i ruderi di Castel Penede arroccato su uno sperone roccioso, che dominano la parte settentrionale del lago di Garda. Il percorso si snoda appena oltre gli appartamenti Nido d'Aquila lungo una mulattiera bianca in ripida ascesa. Si sale costeggiando la parete del primo tratto di dorsale, caratterizzata da grandi lastre calcaree, salita agevolata dal lungo tondino d'acciaio, verso il Castagneto ma non prima di fare una deviazione a sinistra salendo alla Fuciliera (mt 380), una breve trincea merlata in muratura che si affaccia nel vuoto.
Tornate al tracciato principale, si supera il valico e si entra in un ampio pianoro caratterizzato da grandi castagni - appunto il Castagneto - poi la stradella scende fino ad incrociare il tornante sinistrorso di una strada forestale. Si segue la strada in netta salita fino alla Busa dei Capitani, in realtà un semplice incrocio nei pressi di grandissimi roccioni, e così chiamata per due busti in bassorilievo rinvenuti all'interno dei ruderi del comando militare. Inizialmente non si riconobbe l'identità dei personaggi raffigurati, finché un esperto di storia locale non li identificò con l'imperatore Francesco Giuseppe e il suo successore al trono l'arciduca Carlo d'Asburgo. Di quest'ultimo, che frequentò spesso il fronte trentino in qualità di comandante del Corpo d'Armata, è ben visibile anche una firma, con ogni probabilità autentica. Procedendo ancora di qualche passo si visita la Trincea delle Saline, con deposito annesso e i panorami eccezionali che si aprono sulla valle sottostante. Saliamo su comoda forestale sino a raggiungere località Tre Croci giusto il tempo per una piacevole sosta. Seguendo il cartello Stützpunkt Perlone il cui significato, in tedesco, è semplicemente base, raggiungiamo un cocuzzolo roccioso che domina il lago sino alla penisola di Sirmione e la Val di Loppio e dove troneggia una piccola croce vicina ad una granata. Accanto uno stendardo dal sapore un po' nostalgico che riproduce la bandiera del Tirolo. La vista è splendida, oltre al lago il gruppo roccioso della Rocchetta, il Monte Tremalzo, la Cima Parì, i Corni di Pichea, il Misone e, verso oriente, la creste del Gruppo del Carega. Nelle immediate vicinanze l'inconfondibile profilo del Monte Brione. Sotto la croce, scavate nella viva roccia, una serie di gallerie con feritoie che permettevano agli austriaci di controllare l'intera zona. Riprendiamo la comoda discesa che giunge all'ampio pianoro in località Dorsale Tre Croci e dove parte un tracciato che scende a Nago, passando da dietro l'Hotel Continetal, più corto di quello dell'andata, ma il fondo si presenta molto sconnesso e pietroso il che potrebbe rendere la discesa estremamente difficoltosa quindi si opta per seguire almeno in parte il sentiero dell'andata.
Solo una doverosa annotazione: i numerosi cartelli posti sui sentieri dovrebbero suggerire il percorso migliore, viceversa fanno solo confusione. Il fatto è che ci sono moltissimi sentieri e stradelle, mentre le postazioni sono sparse qua e là con la difficoltà di girarle tutte.

(fonte: trentinograndeguerra.it)

PARTENZA: Nago (mt 215)
SEGNAVIA: Cai 637
DIFFICOLTA': E
DISLIVELLO: mt 365
ALTITUDINE: mt 580
LUNGHEZZA: km 6


Nessun commento:

Posta un commento