
sabato 25 agosto 2018
Teresa Salgueiro ai Suoni delle Dolomiti (venerdì 24 agosto)
Non ha bisogno di presentazioni Teresa Salgueiro. Il suo nome è noto per essere stata dal 1987 e per quasi tre decenni la voce dei Madredeus, voce unica, sensibile e creatrice di ambientazioni magiche che nello splendido scenario delle Dolomiti di Brenta incanta e trascina emozionalmente i tanti spettatori che sono saliti ad ascoltarla sino ai 2082 metri di Camp Centener, sopra Madonna di Campiglio. Si presenta al microfono con un elegante vestito scuro accompagnata da un gruppo di ottimi musicisti tra cui l'amico dei tempi dei Madredeus, José Peixoto alla chitarra, da Rui Lobato alle percussioni, Oscar Torres al contrabbasso e alla brava Carisa Marcelino alla fisarmonica, con il suo secondo album da solista O Horizonte di cui è anche autrice, un lavoro minimale e quasi sognante tra scenari immaginari e pieni di colori. E la voce della Salgueiro immersa nella trama strumentale, sempre fluente e mai uguale, affida l'inizio della sua esibizione proprio alla visionaria Horizonte seguita da Exodo che affronta simbolicamente le emigrazioni dei popoli, tema attualissimo. Un concerto di rara bellezza che alterna ricerca, eredità classica e insieme lezione popolare raccontando la cultura di un intero paese, il Portogallo, anche attraverso il pensiero dei suoi poeti e compositori come Josè Afonso già resi celebri dalla grande Amalia Rodrigues, e senza dimenticare una parte della sua storia musicale con i Madredeus.
Insieme al chitarrista e produttore Pedro Ayres Magalhaes, al violoncellista Francisco Ribeiro, al fisarmonicista Gabriel Gomes e al tastierista Rodrigo Leao diede vita ad una favola sonora meravigliosa che portò le suggestioni lusitane in tutto il mondo. Proprio con Magalhaes ha interpretato una delle parti principali nel film di Wim Wenders "Lisbon Story", girato nel 1994, che proiettò il gruppo sulle scene internazionali, curandone anche la colonna sonora pubblicata con il titolo di Ainda. Poi nel 2007 la decisione di intraprendere una carriera da solista dopo che due anni prima aveva inciso il suo primo album Obrigado che si fregia della collaborazione di musicisti del calibro di Caetano Veloso, Carlos Nunez e José Carreras. E' un tessuto di pura emozione quando Teresa Salgueiro attacca con la celeberrima Gracias a la vida della poetessa cilena Violeta Parra prima di concludere con O Misterio, tratto dall'omonimo lavoro interamente registrato nel convento di Arrabida. Un'esibizione dai ritmi misurati e intensi nello stile della Salgueiro e il caloroso applauso degli spettatori presenti rappresenta il riconoscimento più bello ad una artista immensa. Nota finale: abbiamo regalato a Teresa Salgueiro il cappellino del nostro gruppo Allegre Marmotte, dono accolto da un suo luminosissimo sorriso.

mercoledì 22 agosto 2018
"Quattro passi per il Frate" a Monte Bondone: due giornate splendide! (sabato 11 e domenica 12 agosto)
Domenica 12 agosto. Una grande frenesia corre tra le magliette verdi degli Amici della Chiesetta. Siamo pronti alla camminata non competitiva "Quattro passi per il frate" il cui intento è la raccolta fondi per la manutenzione della storica chiesetta di Monte Bondone. Verso le ore 10 un bel gruppo di oltre cento partecipanti si muove seguendo gli istruttori di nordic walking lungo un tracciato di circa 12 chilometri che va idealmente ad abbracciare questa montagna trentina. Scesi dalla passerella panoramica sul Brenta, si devia sulla Pedemontana che lambisce il bosco per poi affrontare i grandi spazi erbosi delle Viote, da qui oltrepassiamo le antiche Caserme austro-ungariche, il Dos delle Prese sino alla Terrazza delle Stelle poi si risale lungo i sentieri dei Cencenari che ci riportano alla chiesetta dove la cucina allestita dagli Alpini di Sopramonte già si adopera tra polenta, formaggi alpestri e lucanica. Tra giochi, lotterie e premiazioni (a proposito, le Marmotte si sono aggiudicate il trofeo quale gruppo partecipante più numeroso) anche questa terza edizione va a concludersi positivamente. Un plauso a tutta l'organizzazione!
lunedì 6 agosto 2018
Il Forte di Valledrane (domenica 5 agosto)
Posizionato a 831 metri di altezza sull'omonimo monte che con Cima Antegolo e il Monte Curma delimitano a sud-ovest il bacino del lago di Idro e la Valvestino, il forte di Valledrane venne costruito dallo Stato Maggiore dell'Esercito tra il 1906 e il 1912 e faceva parte dello Sbarramento Giudicarie che correva sul confine italo-austriaco. I suoi cannoni intervennero più volte nei primi giorni del conflitto mondiale, poi anche questa fortezza seguì il destino di molte altre e venne disarmata. L'escursione al forte è un percorso ad anello semplice ed interessante con partenza dall'edicola votiva posta all'incrocio tra la provinciale 56 e via Sesa di Treviso Bresciano. Seguiamo la carrabile che poi piega a destra (cartello con segnaletica tricolore) entrando in un bel bosco che profuma ancora di piogge notturne e camminando su un letto di foglie che nascondono veri tesori micologici. Poco più avanti incrociamo le indicazioni per il forte (eccellente il lavoro del Gruppo Sentieri Attrezzati Idro 95). Con una traversa a mezzacosta e dopo aver superato un faggeto si intravedono tra la folta boscaglia le acque dell'Eridio punteggiate di vele bianche, ancora un piccolo sforzo e andiamo a sbucare sui prati dove emerge imponente forte Valledrane.
La fortificazione, fra le più grandi tra quelle italiane, si sviluppa in lunghezza su quattro livelli costruttivi seguendo la morfologia del terreno - analogamente all'opera austriaca di Forte Verle sulla piana di Vezzena in Trentino - e la disposizione a gradoni delle batterie, degradante verso occidente, fu sviluppata per mantenere l'asse del forte in direzione del Monte Manos (1517 metri) fulcro del sistema difensivo. Il forte è visitabile pur con le dovute attenzioni, anche se mancano quasi tutte le scale d'accesso al piano superiore (presente solo una solida gradinata di tronchi) e parte dello stesso piano. Lungo il perimetro si notano ancora due caponiere poste alla difesa del fossato. Saliamo sopra la cupola più alta della fortezza. Lo sguardo si perde in un meraviglioso respiro panoramico: ecco la Corna Blacca e le altre Piccole Dolomiti Bresciane (i monti calcarei che separano l'Alta Val Trompia dalla Val Sabbia) e poi il lontano Monte Guglielmo, il gruppo del Brenta, la Rocca Pagana, lo Stino, il Pizzoccolo e Monte Spino. Lasciato il forte alle nostre spalle, una traccia prima sterrata e poi asfaltata scende fino all'ex sanatorio infantile di Valledrane, inaugurato nel 1928 e all'epoca uno dei più importanti centri lombardi per la cura della tubercolosi, ma abbandonato da tempo. Il cancello semi arrugginito è aperto. Nonostante un cartello riporti chiaramente che si tratti di proprietà privata, questa struttura già parzialmente avvolta dalla vegetazione ha su di noi un richiamo quasi inquietante. All'interno i vandali hanno fatto molto bene il loro dovere e la sensazione d'insieme fa davvero venire i brividi...Ripresa la strada si esce definitivamente dal bosco raggiungendo in breve tempo la chiesetta di San Liberale, oggi purtroppo chiusa, si va a svoltare a sinistra riprendendo via Vestone in modo da riportarci alla santella di partenza.
PARTENZA: edicola votiva
(mt 710)
SEGNAVIA: Alta Via dei Forti n° 1
DIFFICOLTA': T
DISLIVELLO: mt 130
ALTITUDINE: mt 831
LUNGHEZZA: km 4,5
La fortificazione, fra le più grandi tra quelle italiane, si sviluppa in lunghezza su quattro livelli costruttivi seguendo la morfologia del terreno - analogamente all'opera austriaca di Forte Verle sulla piana di Vezzena in Trentino - e la disposizione a gradoni delle batterie, degradante verso occidente, fu sviluppata per mantenere l'asse del forte in direzione del Monte Manos (1517 metri) fulcro del sistema difensivo. Il forte è visitabile pur con le dovute attenzioni, anche se mancano quasi tutte le scale d'accesso al piano superiore (presente solo una solida gradinata di tronchi) e parte dello stesso piano. Lungo il perimetro si notano ancora due caponiere poste alla difesa del fossato. Saliamo sopra la cupola più alta della fortezza. Lo sguardo si perde in un meraviglioso respiro panoramico: ecco la Corna Blacca e le altre Piccole Dolomiti Bresciane (i monti calcarei che separano l'Alta Val Trompia dalla Val Sabbia) e poi il lontano Monte Guglielmo, il gruppo del Brenta, la Rocca Pagana, lo Stino, il Pizzoccolo e Monte Spino. Lasciato il forte alle nostre spalle, una traccia prima sterrata e poi asfaltata scende fino all'ex sanatorio infantile di Valledrane, inaugurato nel 1928 e all'epoca uno dei più importanti centri lombardi per la cura della tubercolosi, ma abbandonato da tempo. Il cancello semi arrugginito è aperto. Nonostante un cartello riporti chiaramente che si tratti di proprietà privata, questa struttura già parzialmente avvolta dalla vegetazione ha su di noi un richiamo quasi inquietante. All'interno i vandali hanno fatto molto bene il loro dovere e la sensazione d'insieme fa davvero venire i brividi...Ripresa la strada si esce definitivamente dal bosco raggiungendo in breve tempo la chiesetta di San Liberale, oggi purtroppo chiusa, si va a svoltare a sinistra riprendendo via Vestone in modo da riportarci alla santella di partenza.
PARTENZA: edicola votiva
(mt 710)
SEGNAVIA: Alta Via dei Forti n° 1
DIFFICOLTA': T
DISLIVELLO: mt 130
ALTITUDINE: mt 831
LUNGHEZZA: km 4,5
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