lunedì 29 maggio 2017

La Valle dei Molini (domenica 28 maggio)

Il grande caldo di questi giorni non ci fa desistere dai nostri propositi: in programma c'è la camminata lungo la Valle dei Molini, un tempo ricca di mulini azionati dalle acque del torrente Tesina di cui restano solo brevi testimonianze. Il percorso non comporta grande dislivello ma la mattinata è decisamente calda. Dal seicentesco Palazzo Becelli-Rizzardi, nel cuore antico di Costermano, prendiamo a sinistra l'indicazione "Valle dei Molini" che si inoltra leggermente nella selva dove, poco dopo, incrociamo un percorso della salute con attrezzi ginnici in cui si cimentano divertite alcune marmotte. La discesa verso valle è blanda e piacevole, se non fosse per il solleone che comincia a non dar tregua, e in breve si raggiunge la provinciale che conduce a Garda che attraversiamo velocemente. Dopo circa un chilometro andiamo al di là del torrente...che non esiste, o meglio il suo letto è prosciugato dall'assoluta mancanza di acqua, addentrandoci in località Cà Nova per poi risalire seccamente il territorio di Costermano sino a località Baesse. La stradella a questo punto diventa pianeggiante e va poco dopo a costeggiare il Cimitero Militare Germanico della II Guerra Mondiale: con le sue 22.000 salme è il terzo per importanza in Italia. Costermano è ormai vicina. Riattraversiamo la statale e complice la calura e un meraviglioso lago di Garda davanti ai nostri occhi, in men che non si dica ci ritroviamo davanti alle sue acque meravigliose cullate da una brezza leggera e con una fresca bevanda in mano.



PARTENZA: Costermano (VR)
SEGNAVIA: "Valle dei Molini"
DIFFICOLTA': T
DISLIVELLO: mt 180
ALTITUDINE: mt 235
LUNGHEZZA: km 7

lunedì 15 maggio 2017

L'Eremo di San Giorgio a Bardolino (domenica 14 maggio)

Con l'incertezza meteo dei giorni precedenti oggi optiamo per una camminata a circolo che conduce all'Eremo di San Giorgio di Bardolino del Garda (Verona). Lasciati gli automezzi e apprezzato un buon caffè seguiamo la strada regionale sino all'altezza del camping Continental , attraversiamo la già affollata arteria stradale e saliamo verso Albarè percorrendo un bellissimo tratto panoramico, denominato le "curve di San Colombano". Arrivate alla base delle due rocche si svolta a destra sino a raggiungere l'Istituto Salesiano Tusini, immerse nel silenzio. La salita si trasforma ben presto in un sentiero sassoso che porta direttamente alla rocca di San Giorgio, sede dell'Eremo dei frati Camaldolesi. L'eremo fu costruito intorno al 1663 sulle rovine dell'antica chiesetta di San Giorgio e le vestigia di tre torri. Nel 1810 il monastero fu occupato dalle truppe di Napoleone e successivamente abitato da contadini sino al 1885 quando ritornò a risiedervi una comunità di monaci benedettini. Purtroppo l'eremo non è visitabile e nella chiesetta si sta svolgendo una funzione liturgica. 
Nel frattempo la giornata è diventata piuttosto calda, decisamente estiva. Ritorniamo sui nostri passi e prendiamo lo stradello roccioso che porta alla Rocca Vecchia tra forre e frange selvose, superati da un gruppetto di mountain bikers. In pochissimo tempo si giunge sulla sommità della Rocca da dove si può ammirare una vista spettacolare di Bardolino, da una parte, e Garda dall'altra, accarezzate dal blu del Benaco. Il grande prato è appena punteggiato dalla presenza di turisti, quasi tutti tedeschi e la sosta in un contesto naturale del genere è piacevolmente d'obbligo. Riprendiamo il sentiero che scende verso Garda immergendoci nel tracciato boschivo reso viscido dai temporali delle nottate precedenti. Sulla discesa intersechiamo una stradina che conduce alla collinetta della Madonnina del Pign, la statua della Vergine eretta dai Gardesani immediatamente dopo la seconda guerra mondiale, come ex voto per averli salvati dai bombardamenti. La terrazza naturale si getta sui sottostanti vitigni, mentre il sentiero prosegue restringendosi sino a sboccare su una gradinata che seccamente scende in località Canevini Bassi e un centinaio di metri dopo sulla Gardesana. La riattraversiamo lasciando dietro di noi silenzio, natura e spiritualità e immergendoci, purtroppo, nell'affollato lungolago che da Garda ci riporta di buon passo a Bardolino dove ci aspetta una sosta meritata alla Spiller Forst.  



PARTENZA: Bardolino
SEGNAVIA: Sentiero dell'Eremo
DIFFICOLTA': E
DISLIVELLO: mt 280
ALTITUDINE: mt 305
LUNGHEZZA: km 12                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                

giovedì 4 maggio 2017

Si riparte da Barbiano (BZ)......(29-30 aprile e 1° maggio)

Ci siamo ritornate a Barbiano. Esattamente sette giorni dopo complice il lungo weekend di fine aprile. Stessa la base di partenza, il Gasthof Kircher Sepp. Il meteo promette bene, forte è il sentore della montagna, incantevoli paesaggi, minuscoli paesi arrampicati sui pendii, ma un richiamo ben più forte arriva dal profumo dei tipici Meraner wurstel e dell'ottima birra della Forst di Lagundo, ad una manciata di chilometri da Merano, dove ci raggiungono altre marmotte, in escursione nella bellissima Val Venosta. L'alba della domenica illumina l'imponente Sciliar, la colazione è calda e abbondante e la strada taglia dolcemente la Val Sarentino. Ben presto arriviamo a Castel Velturno. Non abbiamo prenotato la visita (è d'obbligatoria) ma il custode, dopo aver salutato un gruppone di turisti tedeschi, ci riunisce alla successiva visita, supplementate da audioguide in italiano. Castel Velturno è situato nell'omonino paese della Valle Isarco ed è uno splendido esempio di architettura fortificata fra i più belli dell'Alto Adige.
Costruito nel 1578 per volere del vescovo Johann Thomas von Spaur, le possenti mura merlate ne testimoniano la grandiosità di un tempo e le sale rinascimentali sono arricchite da boiserie e bellissimi affreschi. Nella Stanza del Principe si ammira il magnifico soffitto a cassettoni di Hans Spineider, la stufa ottogonale di maiolica bianca e azzurra con lo stemma del principe-vescovo e nelle altre sale cicli pittorici a soggetti sacro e profano del pittore bresciano Pier Maria Bagnadore.  La visita è piacevolmente curiosa, mai didattica. Ci lasciamo alle spalle il fantastico maniero e procedendo verso nord oltrepassiamo la frizzante Bressanone, direzione la splendida Abbazia di Novacella. Intorno al grande complesso conventuale oggi c'è parecchio movimento. L'abbazia risale al 1142, costruita ed ampliata nel corso dei secoli, ha costituito luogo di ricovero per i pellegrini provenienti dal Nord Europa e diretti verso Roma e la Terrasanta. Il monastero, al quale si accede tramite un piccolo ponte coperto, è costituito da diversi edifici di epoche diverse (campanile in stile romanico, coro e presbiterio della chiesa in gotico, la chiesa e biblioteca in forme barocche) coesistono armoniosamente in uno spazio ben definito. Al centro del cortile principale dell'abbazia si trova il pozzo rinascimentale detto "pozzo delle meraviglie" perchè è sovrastato da un'edicola ottogonale su cui sono raffigurate le sette meraviglie dell'antichità e sull'ottavo lato, orgogliosamente, l'abbazia stessa. Intorno ad esso pregiati vigneti che fanno dell'abbazia una produttrice di eccellenti vini bianchi. In questo modo scopriamo che intorno al sacro culto si sta svolgendo un itinerario eno-gastronomico a cui non possiamo assolutamente mancare, fatto di assaggi di ottimi bianchi e accompagnato da speck e formaggi della più genuina tradizione altoatesina.
Riprendiamo il nostro percorso avvicinandoci a Castel Rodengo, all'imbocco della Val Pusteria. E' una delle fortezze medievali più possenti dell'Alto Adige e domina dall'alto di uno sperone roccioso la profonda gola del Rienza. Arriviamo quando il castello è già chiuso al pubblico e quindi possiamo ammirarlo solo dall'esterno. A titolo di cronaca il maniero raccoglie il prezioso ciclo di affreschi duecenteschi sulla leggenda del cavalier Ywain, tra i più antichi d'Europa nel suo genere. Lasciamo in lontananza gli echi quasi ariosteschi de "le donne, i cavalier, l'arme, gli amori, le cortesie, l'audaci imprese io canto..." e infiliamo la salita di Chivo, minuscolo borgo dell'Alpe di Rodengo avventurandoci in alto e mentre i gradi scendono rovinosamente troviamo presenza delle nevicate dei giorni precedenti. Arriviamo ai 1749 metri di Zumis, base di numerosissime escursioni: davanti a noi svetta in tutta la sua bellezza il gruppo montuoso della Plose, importante comprensorio sciistico. Scendiamo in direzione di Luson giusto il tempo di incontrare uno splendido rapace tranquillamente appollaiato su una segnaletica stradale. Scende la sera quando sulla via del ritorno raggiungiamo Chiusa per una buona birra al Gassl Brau, birreria di produzione artigianale.
Il primo giorno di maggio appare incerto nel meteo ma sempre pieno di progetti. Prendiamo il sentiero che dalla locanda raggiunge Tre Chiese. In effetti le tre chiesette, una attaccata all'altra quasi a creare un triangolo, rispecchiano gli stilemi di questa regione. "Mi avvolgeva un senso di ritemprante solitudine, impreziosita da monti, boschi, fiori, acque, castelli e monasteri, senz'anima viva intorno..." scriveva Sigmund Freud di questo luogo silente ed infatti intorno a noi solo quiete e pace. Solitamente le chiesette gotiche sono chiuse ma si possono chiedere le chiavi direttamente ai titolari del vicino "Messnerhof". E' tempo di riprendere la via del ritorno con il cielo che incomincia ad incupirsi. Ma c'è ancora spazio per un'ultima tappa: le antiche mura di Castel Firmian, anno di grazia 945, sede del Messner Mountain Museum a Bolzano. Fortemente voluto dal grande alpinista Reinhold Messner, come si legge sull'opuscolo "il percorso espositivo si snoda tra le torri, le sale e i cortili della rocca, offrendo al visitatore una visione d'insieme dell'universo montagna.
Opere, quadri, cimeli e reperti naturali raccontano lo stretto rapporto che unisce l'uomo alla montagna, l'orogenesi delle catene montuose ed il loro disfacimento, il legame tra montagna e religione, la maestosità delle vette più famose del mondo, la storia dell'alpinismo dagli inizi fino all'odierno turismo alpino".
Nemmeno la pioggia battente frena il nostro entusiasmo in questo palcoscenico dove sacro e profano raccontano un'antica storia: l'amore per la montagna.              

lunedì 1 maggio 2017

Sette anni del gruppo Allegre Marmotte (2010-2017)


SETTE ANNI DELLE MARMOTTE
È arrivato anche il settimo sigillo del gruppo Allegre Marmotte. Creato il Primo maggio 2010, divertita scommessa tra i monti della val di Fassa, il gruppo ha maturato una propria strada di crescita con la buona intenzione di portare avanti dei progetti e delle idee legati a quella comune passione chiamata montagna.
Lungo il nostro cammino i programmi si sono moltiplicati, intraprese rinnovate direzioni (mostre, concerti, cene...) coinvolgendo le persone e sottolineando così il senso di appartenenza ad un gruppo, senza alcun tipo di vincolo e con nuove progettazioni che restituiscono valore alla bellezza e all'amicizia. Sono stati anni di scambio reciproco, di tempi e spazi di confronto dove l'oggetto "montagna" ha fatto da fondamentale collante. Da questi presupposti nasceranno nuove vie percorribili con cui continuare il nostro cammino ma oggi desideriamo dire solamente...GRAZIE!