mercoledì 26 giugno 2013

Al rifugio San Pietro!

Dimentichiamo il brulicare impazzito della litoranea gardesiana e arrampichiamoci sulle tranquille tracce d'asfalto che dal meraviglioso lago di Tenno portano al rifugio San Pietro (974 metri) sul monte Calino. Raggiunta Favrio un delizioso pugnetto di case sulle pendici del Misone, si sale verso la malga Lomasona e da qui imbocchiamo il sentiero 410 che muove verso l'alto tagliando il bosco. Il sole filtra dolcemente tra le fronde di faggi e castagni, le parole scorrono leggere nel rispetto della quiete boschiva. Poi il tratto sale sulla cresta e i muscoli delle gambe cambiano ritmo sul fruscio sommesso delle foglie al nostro passare. Improvviso lo sterrato sfocia su una breve strada forestale che discende sulla piana verdeggiante del rifugio.
Sul leggero crinale alla nostra sinistra ecco apparire una chiesetta, datata 1683 ma con diversi riscontri strutturali di epoca medievale, a cui è appoggiato il rifugio, antica dimora che fino alla metà del '700 era un eremitaggio poi acquistato nel 1930 dalla sezione SAT di Riva del Garda e successivamente trasformato in punto di ritrovo per i viaggiatori della montagna. Appena dietro al rifugio si può visitare la casa del poeta Giacomo Floriani famoso in zona per le sue rime in dialetto trentino.
Il panorama che si gode dalla balconata è mozzafiato, l'occhio sconfina sulla sottostante Valle dei Laghi e sul lago di Garda, i superlativi esprimono al meglio l'incanto di questa parte di Trentino. Altrettanto interessante l'ampio pergolato con i lunghi tavolacci di legno pronto ad accogliere il gruppetto delle marmotte con meravigliosi piatti  in cui la polenta ne è l'incontrastata regina. Fumante  e calda, arriva in tavola attorniata da carni e intingoli saporiti andando a nozze con le nostre papille gustative.
A ritroso ripercorriamo brevi sentieri paralleli a quello principale fermando la nostra attenzione sulla flora che si avvicenda lungo il cammino. Rimaniamo immerse in quel silenzio, attrici del bosco ed insieme beneficiarie di attimi universali di bellezza. Primule, sambuchi, margherite silvestri, orchidee montane, muschi immobili sui tronchi rappresentano la vera esultanza della natura lasciando allo sguardo la magnifica percezione delle Giudicarie. 



PARTENZA: Lago di Tenno (mt. 570)
ARRIVO: rifugio San Pietro (mt. 974)
SEGNAVIA: 410
DIFFICOLTA': E
DISLIVELLO: mt. 400
CARTA KOMPASS 71


giovedì 13 giugno 2013

Lo scaffale: CORDE RIBELLI

Il rapporto che lega il mondo delle donne alla montagna è ancora adesso poco appariscente legato al falso pregiudizio di una mancante predisposizione naturale affiancata alla minor forza muscolare che ha reso limitato lo spazio alla conquista delle vette da parte del cosiddetto gentil sesso, ritenendolo terreno esclusivo del mondo maschile. Il rapporto donna e montagna ha spesso fatto storcere il naso ai puristi della roccia ma, sin dagli albori, non è mai stato di ostacolo per le intrepide che con incredibili gonnelloni nel bel mezzo dell'Ottocento si sono avventurate così in alto.
Corde ribelli colma una lacuna e in un viaggio attraverso il tempo ci offre l'occasione di rivivere le avventure delle prime ascensioni sulle Alpi di dame dell'alta società, delle signore vittoriane che legavano le ampie gonne alla cintola, delle prime spedizioni al femminile, dell'arrampicata moderna negli ultimi decenni. Nove storie di donne che ben prima di essere alpiniste sono state antesignane nel superamento di stereotipi e pregiudizi dell'epoca, donne che inseguivano con tenacia i loro sogni e il loro desiderio di libertà. Si inizia con la leggendaria storia della nobildonna francese Henriette d'Angeville, la fidanzata del Monte Bianco, che nel 1838 conquista la cima più alta d'Europa e ne fa ritorno riportando la sua incredibile avventura in un libro che fece scalpore. E poi via via tutte le altre grandi signore della montagna, dall'americana Annie Peck che alla veneranda età di 58 anni, nel 1908, tenta un Settemila sudamericano, il Huascaran in Perù. Il tentativo non le riuscirà ma avrà un'eco enorme. E poi Miriam O'Brien prima donna capocordata a salire sul Cervino e via via fino ad Allison Hargreaves prima donna a raggiungere la vetta dell'Everest in solitaria e senza ossigeno.
Nove storie fissate in una sorta di "fermo immagine", nove donne che hanno aperto percorsi importanti sui sentieri irti delle montagne, ne hanno pagato anche un prezzo alto in termini di vite umane ma che non si sono tirate indietro di fronte alla voglia di vetta.
"Corde ribelli" è il primo libro di Arantza Lopez Marugan e con questo libro ha vinto il Premio Desnivel di Letteratura di Montagna, Viaggi e Avventura nel 2001

Arantza Lopez Marugan
CORDE RIBELLI
Editore: Vivalda, 2003
Pagine: 146

martedì 11 giugno 2013

Il due giugno a Passo Nota (BS)

Il meteo ballerino ormai accompagna le nostre camminate. E infatti la domenica della repubblica il cielo si presenta cupamente grigio quando lasciata la Gardesana ci inoltriamo in una serie infinita di tornanti che da Vesio di Tremosine, seguendo la valle di Bondo, raggiungono passo Nota a quota 1206 metri. Il passo è una importante via di comunicazione tra il Garda e la sottostante valle di Ledro, e dalla bellissima piana accarezzata da un freddo venticello si aprono diversi sentieri. Noi imbocchiamo il 421 direzione Piana di Pur con l'intenzione di risalire sino al valico del Nota dal versante opposto, scendendo lungo il canalone che fiancheggia il Dosso di Pennalever. Il sentiero digrada ripido in parallelo con un torrente in piena, i fronti rocciosi richiamano attenzione e rispetto e la quiete quasi sacrale del bosco è timidamente interrotta dai nostri passi. Poi il sentiero si ammorbidisce e i prati si inondano di genzianelle, clematidi, orchidee montane e...di pregevoli sculture lignee in sintonia con la natura circostante. Una sosta è quasi d'obbligo al Bosc del Meneghì, azienda agricola produttrice di piccoli frutti e piante officinali coltivati con scrupolosi metodi biodinamici, a due passi dal lago di Ledro. Il tempo vola e il ritorno ci vede arrancare sul pendio mentre il cielo si tinge finalmente d'azzurro solleticando il costone montuoso, ed il sole torna a baciare le marmotte. E all'arrivo lasciamo che i piedi, resi liberi dagli scarponcini, "accolgano" la terra, ne sentano il calore più profondo e come senso di una memoria sopita, ne aspettino il risveglio. Le prime luci della sera dirottano viceversa i nostri pensieri...sul "Ritrovo" agriturismo immerso nelle campagne lonatesi del Benaco dove chiacchiere, sensazioni e future programmazioni vanno ad ingarbugliarsi allegramente con l'ottima cucina bresciana.



PARTENZA: passo Nota 
(mt. 1206)
ARRIVO: val di Pur (mt. 669)
SEGNAVIA: 421 - 457
DIFFICOLTA': E
DISLIVELLO: mt. 530
CARTA KOMPASS 102