lunedì 31 marzo 2025
Palazzo Moroni: un viaggio tra arte barocca e natura - domenica 30 marzo
Circondata dall'abbraccio delle Mura Veneziane - Patrimonio dell'Umanità UNESCO - e immersa nel Parco dei Colli, Città Alta è il nucleo storico di Bergamo. La raggiungiamo a piedi partendo dalla moderna città orobica attraverso scalette in pietra che risalgono dolcemente lungo i fianchi del colle, poi appare come d'incanto il suo cuore medievale con le antiche vie acciottolate, le architetture dei palazzi storici e le aerose piazze, scorci pittoreschi di un borgo senza tempo. Ci ritroviamo a camminare lungo la Corsarola, l'arteria principale che attraversa tutta la Città Alta, andando a raggiungere Piazza Vecchia. Al centro la celebre Fontana Contarini con le sue sfingi, una rivolta verso l'edificio neoclassico della Biblioteca Mai e l'altra verso il Palazzo della Ragione quasi a rappresentare ragione e conoscenza. Sopra il Palazzo del Podestà svetta il Campanone dalla quale si apre una vista mozzafiato. Ogni sera, alle ore 22, avviene il rituale dei cento rintocchi che segnalava l'ora in cui i Bergamaschi erano chiamati a rientrare dalle quattro porte della borgata, poi prontamente richiuse. Sorpassati i portici del Palazzo della Ragione eccoci in Piazza Duomo, dove sorgono alcune gemme storiche della città vecchia: la Basilica di Santa Maria Maggiore, la Cappella Colleoni e il Duomo. Curiosamente davanti alla scalinata che conduce alla Cappella Colleoni troviamo in posa ufficiale alcuni sindaci rappresentanti delle cosiddette "Terre Colleonesche", e si viene a conoscenza di un annullo filatelico emesso da Poste Italiane nelle celebrazioni per il 550° anniversario della morte di Bartolomeo Colleoni, uno dei più famosi condottieri del XV secolo. Molti Comuni bergamaschi tra i quali Bergamo, Covo, Cologno al Serio, Martinengo, Romano di Lombardia, Solza (luogo di nascita del Colleoni), Trescore Balneario, Urgnano, Basella, Cavernago e Malpaga dove morì nel 1475, custodiscono ancora la memoria del celebre capitano di ventura. Nel frattempo si perdono nella storica piazza i ritocchi del mezzodì ed è tempo di svoltare in via Colleoni e raggiungere il centralissimo Ristorante Pizzeria Da Franco. Ottima la cucina locale con i piatti della tradizione bergamasca accompagnati da un fantastico Valcalepio Rosso Doc. Finalmente nel primo pomeriggio arriviamo a Palazzo Moroni (via Porta Dipinta 12) dal 2020 uno dei preziosi beni del FAI. Il palazzo viene edificato per volontà di Francesco Moroni dopo il suo matrimonio con Lucrezia Roncalli nel 1631. Realizzato nell'arco di trent'anni ad opera di Battista della Giovanna, non presenta esternamente particolari di pregio architettonico. Il grande portone d'ingresso conduce a un cortile interno perfettamente prospettico dove è presente in una nicchia, la statua di Nettuno opera seicentesca di Lorenzo Redi. Il muro è terminante con la balaustra in pietra che delimita il grande parco che va ad estendersi fino al colle di Sant'Eufemia. A destra si accede all'ampio Scalone d'Onore che conserva la decorazione originale ad affresco commissionata nel 1649 al pittore cremasco Gian Giacomo Barbello, presente anche in altre quattro sale del piano nobile. Fortemente illusionistici, costituiscono una delle testimonianze più significative del Barocco a Bergamo. Da qui si passa al mezzanino, un ambiente che doveva essere di servizio, affrescato nel Settecento da Paolo Vincenzo Bonomini per poi proseguire nelle stanze che prendono il nome dagli affreschi che ne decorano i soffitti. La sala dell'Età dell'Oro conserva Il Cavaliere in rosa tra i dipinti più conosciuti di Giovan Battista Moroni datato 1560. La sala detta La Caduta dei Giganti ha il grande dipinto di Giove che colpisce con i fulmini i colossi e che richiama quella celeberrima di Palazzo Te a Mantova. Le sale private del palazzo sono invece risalenti al restauro ottocentesco e presentano bassorilievi eseguiti con la tecnica del trompe-l'oeil che richiamano ambienti esotici come il salottino cinese e la sala turca. La sala gialla conserva due preziosi vasi cinesi del Settecento e un paesaggio ottocentesco del pittore tedesco Julius Lange. Dalle sale si esce sul ballatoio che porta al giardino e che si sviluppa su quattro terrazzamenti seicenteschi. Il primo terrazzamento si presenta nella forma tipica dei giardini all'italiana.Al secondo livello si accede da una gradinata posta tra due muri di contenimento e presentano piantagioni di biancospino, rose e iris. La scalinata prosegue ornata di putti e vasi in pietra fino al terzo livello, dove vi sono piante di tasso e di olmo, nonché diverse piante acquatiche autoctone. Il giardino termina con una torretta neomedievale costruita nell'Ottocento sui resti di una più antica struttura già di pertinenza della Rocca civica, detta anche Pensatoio del conte che cinge la cima del colle. Oltre i bellissimi giardini, si estendono circa due ettari di Ortaglia - dove si possono trovare i famosi alberi di gelso simbolo della famiglia - annessa alla proprietà nel corso del diciannovesimo secolo grazie ai fratelli Pietro e Alessandro Moroni, quest'ultimo studioso di agronomia. Nell'area si trovano anche viti coltivate su pergola, alberi da frutto e un roccolo, una antica postazione di caccia. Ed infine il grande parco declina in un'esplosione di colori e suggestioni, un'esperienza che ci riconnette con la parte più profonda di noi stesse.
Nessun commento:
Posta un commento