mercoledì 24 settembre 2014

Il forte Wohlgemuth - domenica 21 settembre

Una calda domenica settembrina ci porta sui percorsi e i luoghi della Grande Guerra. Questa volta ci troviamo a Rivoli Veronese dove sull'altura di Monte Castello domina il forte
Wohlgemuth, edificato tra il 1850 e il 1851 al fine di difendere lo sbocco austriaco della valle dell'Adige. In seguito all'annessione del Veneto al Regno d'Italia, nel 1866, cambiò il nome in Forte Rivoli e vennero effettuate una serie di modifiche  che ne potenziarono la struttura. La fortezza poco distante dall'allora confine italo-austriaco non venne direttamente coinvolta nel conflitto. All’interno è stato allestito il Museo della Grande Guerra con interessanti reperti bellici, armi, munizioni, elmetti, documenti, cronache giornalistiche e oggetti trovati non solo sui campi di battaglia ma negli angoli più impervi delle montagne trentine e venete, e raccolti con infinita pazienza da Giuseppe Rama, il vero motore di questo museo storico, passione che aveva trasmesso al figlio Walter, scomparso prematuramente in un incidente paracadutistico una decina di anni fa, a cui è dedicato il museo. Il signor Giuseppe si accalora notando il nostro interesse e con entusiasmo ci racconta di quella volta che esplorando la Val Genova, videro affiorare dal terreno due spuntoni di ferro e scavandoci un po' intorno, scoprirono essere una ruota teleferica usata dall'esercito austriaco, riuscendo poi a smobilitare l'intero paese di Strembo, con in testa lo stesso parroco, per riportarla alla luce. Pezzi di artiglieria convivono lungo il tracciato che porta all'entrata del museo, laddove lo sguardo si perde sulla vallata che placidamente si arrotonda sulle belle anse del fiume, scorgendo in lontananza i ruderi di forte San Marco. Cito testualmente: "senza memoria storica si rischia di smarrire il significato e il senso profondo della propria identità culturale e civile".

AGGIORNAMENTO: Il Museo Walter Rama dal 2019 si trova all’interno del Forte Magnaguti, a Borgoforte in provincia di Mantova.

Nessun commento:

Posta un commento